La procura di Milano sarà incaricata di condurre l’inchiesta sulla presunta truffa aggravata da parte di Chiara Ferragni nelle attività di beneficenza sponsorizzate. La procura generale di Cassazione ha risolto il conflitto di competenza sollevato dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, che aveva rifiutato di trasmettere gli atti al collega di Cuneo, il procuratore Onelio Dodero, che riteneva di essere competente per il caso del pandoro “Pink Christmas” della Balocco, essendo la sede dell’azienda dolciaria nella provincia piemontese.

L’influencer è anche indagata per la sponsorizzazione delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e della bambola Trudi. La decisione è stata presa con un decreto motivato della sostituta procuratore generale Mariella De Masellis, che ha individuato a Milano la sede in cui sono stati perfezionati i contratti tra Balocco e le società Fenice e Tbs Crew, di cui Ferragni è rispettivamente amministratrice delegata e presidente del consiglio di amministrazione.

Per prendere questa decisione, sono stati esclusi i criteri del luogo in cui è avvenuto il reato e della continuazione degli episodi, nonché del conseguente “unico disegno criminoso” che, secondo il procuratore aggiunto Fusco, l’imprenditrice digitale avrebbe commesso con la vendita dei tre prodotti “griffati” con la sua immagine in relazione a donazioni per progetti benefici.

Ora, con questa decisione a favore, le indagini degli inquirenti riprenderanno, dopo essere state temporaneamente sospese. Tra i prossimi passaggi, non è esclusa l’audizione di Ferragni a breve termine, difesa dagli avvocati Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, così come dei co-indagati Alessandra Balocco e Franco Cannillo.

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