Ilaria Salis, la maestra monzese di 39 anni, è stata portata in tribunale in Ungheria per il processo in cui è imputata per le lesioni a due neonazisti. Oggi si è svolta la prima udienza, durante la quale Salis si è dichiarata innocente.
Come previsto, Ilaria è arrivata in aula in catene, scortata da un agente in mimetica con il volto coperto, come è prassi in Ungheria. Già qualche giorno prima, la famiglia si era preparata psicologicamente a questa brutta immagine. Il padre, Roberto Salis, ha dichiarato che sarà emotivamente molto difficile per lui e sua moglie vedere Ilaria trascinata in catene in tribunale, ma che deve canalizzare questa energia e questa rabbia per aumentare la determinazione nella sua battaglia per riportare a casa la figlia.
La rabbia della famiglia è cresciuta poche ore prima dell’inizio del processo, quando è stato reso noto che Ilaria è chiusa in una cella senza aperture e con condizioni disumane. Il padre ha condannato queste condizioni, definendole inammissibili.
Il processo è stato rinviato a maggio, dopo che Salis è entrata in aula in catene assieme ai due tedeschi con cui era stata arrestata. La famiglia, gli amici e gli avvocati italiani erano presenti tra gli spalti. Salis ha ribadito la sua innocenza.
Intanto, l’Italia si indigna per le condizioni in cui è tenuta la monzese e la società civile si mobilita per farla tornare a casa. Anche la politica si è unita alla battaglia, con la diplomazia al lavoro per dialogare con l’Ungheria. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, avrebbe consegnato una nota al suo omologo ungherese per chiedere almeno gli arresti domiciliari per Salis.
Il padre Roberto, che è a Budapest per tre giorni con televisioni al seguito, amici di Ilaria e organizzazioni per la difesa dei diritti civili, si dice contento che qualcosa si stia muovendo e che ci sia un po’ di luce in fondo al tunnel. Intanto, la famiglia avrà diversi incontri con gli avvocati e mercoledì ci sarà l’incontro mensile in carcere.
La mobilitazione per la liberazione di Ilaria continua, con una manifestazione in piazza Missori e una petizione che chiede al governo italiano di farla tornare in Italia per affrontare il processo. Più Europa si è unita alla battaglia, denunciando le violazioni dello stato di diritto da parte dell’Ungheria.
Ilaria è accusata di aver aggredito due neonazisti durante una manifestazione nel febbraio 2023 e si dichiara estranea. La sua lunga e sofferta carcerazione evidenzia la palese violazione del diritto internazionale e dei diritti umani.