Dopo un quarto di secolo trascorso a scaricare in piazza Duomo a Pavia, sin dalle prime luci dell’alba, una quantità enorme di libri, cartoline, almanacchi, quadri, monete, cornici, stampe, oggetti vari e vecchi attrezzi recuperati da case e cantine in tutta la provincia, Augusto Brugnoli ha deciso di godersi la sua pensione. Ha passato il testimone al figlio Filippo, che ha aperto una bottega. In via Volta, poco prima di incrociare corso Garibaldi, ci sono due vetrine appena verniciate di grigio. Il negozio-laboratorio aprirà a breve, ma già ci sono molti curiosi che si affacciano. “Gli appassionati continueranno a trovare libri e riviste sul bancone in piazza Duomo”, spiega Filippo Brugnoli, 26 anni, diplomato orafo. “Ma in via Volta proporremo soprattutto oggetti. Lampade, specchi, mobili, tavolini che sono stati lasciati dalle case in cui hanno vissuto, magari per decenni, e che aspettano una nuova vita. Perché a volte si trovano pezzi di grande valore e sarebbe davvero un peccato farli finire in discarica”.

Filippo Brugnoli ha un diploma da orafo e crea piccoli gioielli. In vetrina, con l’aiuto di suo padre Augusto, sempre pronto a dargli qualche consiglio, ha già esposto un grande stemma civico di Pavia, due macchine fotografiche a soffietto, un servizio di piatti e alcuni quadri, “bottino” dell’ultimo appartamento che gli eredi di chi non c’è più hanno deciso di svuotare. “A volte non c’è spazio nelle nuove case”, racconta Augusto. “Altre volte chi eredita non è interessato alle cose lasciate dal bisnonno o dal trisnonno. E così se ne sbarazza. Ma ci sono anche persone che devono liberarsene perché, diventate anziane o rimaste sole, devono lasciare la casa in cui hanno sempre vissuto. In quei momenti ti raccontano la loro vita e quanto è difficile separarsi dai ricordi”. Nella bottega di via Volta, Filippo ha creato un angolo con il suo tavolo da lavoro e gli attrezzi da orafo. “Mi piace creare piccoli gioielli”, dice. “Anche riciclando vecchi oggetti. Ad esempio, adesso vorrei realizzare un anello con il manico decorato di una vecchia forchetta. Potrà essere indossato da qualcuno e vivere una nuova esistenza”.

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