Il caso dell’ex sindaco di Cernobbio, Simona Saladini, ha suscitato rammarico dopo la conferma della condanna in appello. La decisione dei giudici di Milano di ridurre la pena rispetto a quanto stabilito in precedenza dal Tribunale di Como ha riportato alla mente i difficili giorni della scoperta dei maltrattamenti all’asilo “Rita Fedrizzi”. Saladini era stata la prima a segnalare al Comune che qualcosa non andava, ma non era stata ascoltata.

La vicenda dei maltrattamenti nell’asilo risale al 2019. Due educatrici sono state indagate, di cui una, Loretta Fasana, era stata al centro dei sospetti di Saladini. La ex sindaco aveva segnalato alle forze dell’ordine il comportamento strano del nipote dopo averlo accompagnato all’asilo. Fasana è stata condannata a due anni con rito abbreviato a Como, ma i giudici milanesi hanno ridotto la pena a un anno e quattro mesi.

Saladini si è mostrata delusa nel ripercorrere la vicenda e ha espresso il suo rammarico per non essere stata informata dal Comune, ma aver appreso la notizia dalla stampa. Ha chiesto un incontro con il sindaco e il consiglio dell’asilo nido per conoscere i dettagli degli sviluppi della vicenda. La ex sindaco aveva manifestato dubbi sulle modalità di approccio nei confronti dei bambini già un anno prima che i maltrattamenti venissero alla luce, ma non era stata ascoltata. È delusa anche per l’omertà di chi sapeva ma non ha detto nulla.

La famiglia della consigliera aveva spostato il bambino in un altro asilo dopo i primi dubbi, ma Saladini ha deciso di metterci la faccia e presentare un esposto alle forze dell’ordine. Nonostante ciò, la dipendente in questione è ancora al lavoro, seppur in altri uffici, e non si è autosospesa in attesa dei tre gradi di giudizio. Saladini esprime il suo senso civico nel voler andare a fondo nella vicenda e si dispiace per la situazione attuale.

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