Castione della Presolana. Un imprenditore di 41 anni, residente a Castione della Presolana, è stato accusato di bancarotta fraudolenta per aver avviato e fatto fallire due imprese di pavimentazioni. Dopo essere stato agli arresti domiciliari, è stato rilasciato ed è stato tenuto il primo processo contro di lui martedì.

La prima azienda è stata aperta nel gennaio 2018 e ha avuto un buon primo anno, ma nel 2019 ha iniziato a subire delle perdite. Inoltre, la pandemia ha ulteriormente ridotto i guadagni. Nonostante ciò, dalle indagini della Guardia di Finanza, sono emersi numerosi prelievi attribuiti al titolare, nonostante l’azienda fosse già in perdita.

I creditori hanno iniziato a chiedere i pagamenti che spettavano loro e hanno presentato denunce. Tuttavia, l’azienda di D.F. è stata dichiarata fallita nel dicembre 2021. Nel frattempo, il 41enne ha aperto una seconda azienda, a cui ha dirottato parte del capitale, macchinari e attrezzature. L’azienda è stata intestata alla sua ex moglie, che ha dichiarato di essere stata costretta a farlo sotto minaccia di non ricevere più l’assegno di mantenimento.

Secondo le indagini, l’imputato avrebbe sottratto dalla prima azienda beni aziendali per un valore di 150.000 euro, che non sono stati trovati durante l’inventario effettuato dal curatore fallimentare. Inoltre, avrebbe versato 30.000 euro nei conti della seconda azienda e prelevato 261.730 euro dal 2018 al 2021, quando l’azienda era già insolvente.

Anche la nuova impresa è fallita nel febbraio 2022. Secondo la procura, il titolare avrebbe preso beni aziendali per un valore di 271.033 euro, tra cui due furgoni Iveco, due furgoni Ford e una Citroen, una Volkswagen Golf e una Maserati Ghibli.

L’accusa sostiene che una volta dichiarata fallita anche la seconda azienda, l’imputato ne avrebbe aperta una terza, intestata a un prestanome, a cui avrebbe dirottato i veicoli. Inoltre, si sarebbe fatto assumere con un contratto a tempo indeterminato insieme alla sua segretaria, risultando essere un dipendente ma gestendo l’attività personalmente.

Durante la perquisizione, le Fiamme Gialle hanno trovato timbri e carta intestata delle diverse aziende di D.F. all’interno della sua abitazione. Nel computer sequestrato nella terza azienda, intestata al prestanome con sede in provincia di Brescia, sono state trovate email che facevano riferimento al 41enne come titolare di tutte e tre le aziende.

Il giudice ha quindi disposto la misura cautelare “per il concreto pericolo di reiterazione del reato” e il sequestro preventivo dei due miniescavatori e di 261.730 euro. La prossima udienza è fissata per il 26 maggio.

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