Sequestri nel corso di interventi che hanno colpito chi pratica la cattura di richiami vivi
Nel corso degli interventi che hanno colpito coloro che praticano l’uccellagione, cioè la cattura di richiami vivi, sono stati sequestrati numerosi animali. A tracciare il totale è il Wwf, che ha comunicato che sono stati 600 gli animali arrivati all’Oasi del Wwf di Valpredina a Cenate Sopra tra settembre e dicembre. La maggior parte di questi animali è stata sequestrata dai carabinieri forestali e dalle polizie provinciali di tutta la Lombardia.
Si tratta di un’attività vietata ma molto remunerativa, come ricorda Enzo Mauri, direttore dell’Oasi. Durante un sequestro fuori provincia è stato trovato un uomo che catturava gli uccellini e li rivendeva e che aveva con sé ben 70.000 euro. Fino a quando ci saranno persone disposte a pagare 300 euro per un tordo, ci saranno anche coloro che li catturano.
Tra gli animali feriti portati all’Oasi ci sono stati anche diversi rapaci, che sono specie protette e non cacciabili, oltre a cerbiatti e caprioli. Mauri precisa che in caso di aggressione spesso gli ungulati muoiono per la paura, mentre spesso la colpa è dei cani, non dei lupi. In Val Seriana c’è stato un cane che è stato difficile staccare dal capriolo e il suo padrone rischia una multa di 3.000 euro in quanto il cane aveva il chip.
È importante contrastare queste attività illegali che mettono a rischio la fauna selvatica e danneggiano l’equilibrio degli ecosistemi. Le autorità competenti devono continuare ad intensificare i controlli e punire severamente coloro che si dedicano a queste pratiche illecite. Solo così si potrà preservare la biodiversità del nostro territorio.