La tendenza alla fusione dei comuni è in aumento in Svizzera, con l’obiettivo di risparmiare sui costi del personale. Al 1° gennaio 2024, la Svizzera contava 2131 comuni, cinque in meno rispetto all’anno precedente e 162 in meno rispetto a dieci anni fa. Questo processo di fusione è considerato vantaggioso sia dal punto di vista finanziario che per alleviare la carenza di personale qualificato nelle amministrazioni comunali.

A livello cantonale, Berna è quello con il maggior numero di comuni (335), seguito da Vaud (300). Al contrario, i cantoni con il minor numero di comuni sono Glarona (3), Basilea Città (3) e Appenzello Interno (5). Questo dimostra che l’accorpamento dei comuni è una pratica comune oltre confine.

In Italia, invece, la fusione dei comuni è ancora un miraggio. Nel Varesotto, ad esempio, ci sono solo tre esempi di fusione: Maccagno con Pino e Veddasca, che sta per compiere dieci anni, e i più recenti accorpamenti di Bardello con Malgesso e Bregano e Cadrezzate con Osmate. Anche nel Verbano Cusio Ossola, pochi comuni hanno deciso di unire le forze negli ultimi anni.

Ci sono esempi come Viganella e Seppiana, che hanno dato vita a Borgomezzavalle nella Valle Antrona il 1° gennaio 2016, e la nascita di Valle Cannobina, risultato dall’accorpamento di Falmenta, Cavaglio Spoccia e Cursolo Orasso il 1° gennaio 2019. Tuttavia, il tentativo di unire Domodossola e Villadossola è fallito.

In conclusione, la fusione dei comuni è una pratica sempre più diffusa in Svizzera per risparmiare sui costi del personale e affrontare la carenza di personale qualificato. In Italia, al contrario, questa pratica è ancora poco diffusa, con solo pochi esempi di fusione tra comuni.

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