Il 3 febbraio è una giornata di celebrazione per San Biagio, il vescovo martire che tradizionalmente è considerato il protettore dei “mali alla gola”. Questa figura è associata a diverse usanze, tra cui quella tipica di Milano, dove si mangia una fetta di panettone avanzato dalle festività natalizie per preservarsi dai problemi di salute del cavo orale.

San Biagio è anche il patrono di Ragusa e viene ricordato a Salemi, in Sicilia, con la Festa dei Pani. Era vescovo di Sebaste in Armenia e subì il martirio nel 316 durante la persecuzione dell’imperatore Licinio.

Oggi si celebra anche Anscario o Oscar, un monaco benedettino nato in Piccardia che predicò il Vangelo in Danimarca e Scandinavia, diventando il primo vescovo di Amburgo. Morì il 3 febbraio dell’865.

Le informazioni sulla biografia di San Biagio sono molto scarse. Si sa che era di origine armena e fu eletto vescovo di Sebaste. Durante la persecuzione di Licinio, Biagio decise di lasciare la città e rifugiarsi in una grotta nascosta nella boscaglia, ma presto il suo nascondiglio divenne noto a tutti a causa delle persone che lo cercavano. Fu quindi condotto in città per ordine del governatore Agricola e imprigionato, ma anche in prigione riceveva e guariva molti malati. Un giorno, una madre disperata si rivolse a lui perché suo figlio stava morendo soffocato dopo aver ingoiato una spina di pesce: Biagio lo benedisse e lo guarì immediatamente. In segno di gratitudine, la madre gli offrì una candela per illuminare la sua cella di notte e un po’ di cibo. Da qui nacque la tradizione di benedire la gola dei fedeli, con due ceri incrociati, nel giorno della sua festa. Questo episodio gli valse il titolo di protettore contro i mali della gola. Si racconta anche del suo amore per gli animali, che curava e guariva con le sue mani. Per questo motivo è venerato come patrono dei veterinari. Il culto di San Biagio si è diffuso soprattutto in Armenia, ma la sua fama ha raggiunto anche l’Occidente, entrando nella tradizione e nella devozione popolare. Il suo martirio avvenne nel 320 durante la persecuzione di Diocleziano.

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