Tensione nella casa circondariale di Busto Arsizio. Ieri si sono verificati degli eventi preoccupanti all’interno del carcere, come riportato da Alfonso Greco, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Due detenuti di nazionalità straniera, assegnati in una sezione ordinaria “chiusa”, hanno causato danni nel corridoio del reparto utilizzando bastoni rudimentali e un idrante. Hanno minacciato di uccidere chiunque fosse entrato per più di un’ora. Solo nel pomeriggio l’emergenza è stata risolta grazie all’intervento del personale di polizia penitenziaria. Uno dei due detenuti doveva scontare una pena speciale, ma gli era stata revocata ad inizio gennaio.
Secondo Greco, queste aggressioni sono ormai all’ordine del giorno nei penitenziari lombardi e sono il simbolo di una gestione fallimentare dell’amministrazione penitenziaria. Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria annuncia che saranno messe in atto forme di protesta finché l’amministrazione non fornirà le risorse e le soluzioni necessarie per risolvere il problema.
Il sindacalista esprime la sua solidarietà al personale del carcere di Busto Arsizio e critica il silenzio assordante dell’amministrazione penitenziaria. La situazione penitenziaria è sempre più critica secondo il segretario generale del Sappe, Donato Capece. Si chiede l’espulsione dei detenuti stranieri e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per i detenuti con problemi psichiatrici. Servono anche più tecnologia e investimenti per migliorare la situazione, nonostante gli sforzi degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria.
Capece definisce alcuni eventi critici accaduti nei penitenziari lombardi tra settembre e dicembre come allarmanti e inquietanti. Ci sono state numerose denunce per resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale e proteste collettive con rifiuto di entrare in cella. Le aggressioni ai poliziotti sono state numerose, alcune con prognosi fino a sette giorni, altre con prognosi da otto a venti giorni e addirittura otto aggressioni con prognosi superiore a venti giorni.
Serve una presenza forte e evidente dello Stato nelle carceri, soprattutto in Lombardia, per contrastare questa diffusa impunità. Sono necessari provvedimenti urgenti ed efficaci. Il leader del Sappe fa appello al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per un incontro urgente al fine di ripristinare l’ordine e la sicurezza, attuando una vera politica di tolleranza zero verso i detenuti violenti che credono di poter delinquere impunemente anche in carcere.