Busto Arsizio – I finanzieri del Comando Provinciale di Varese hanno eseguito un ordine di sequestro della Sezione Misure di prevenzione presso il Tribunale di Milano, che ha disposto il sequestro di due unità immobiliari per un valore complessivo di oltre 400 mila euro. Si tratta di un patrimonio illecitamente accumulato da un 33enne di origine serba, specializzato in truffe attraverso il sistema di intermediazione creditizia chiamato “hawala”. L’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero Nadia Calcaterra.
Il provvedimento giudiziario è la conclusione dell’iter per l’applicazione delle misure di prevenzione, seguito dalle attività di polizia economico-finanziaria condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Busto Arsizio, secondo il principio investigativo del “doppio binario”.
Il sistema fraudolento consisteva nel far consegnare agli ignari clienti somme di denaro in valuta locale in vari Stati, tra cui Emirati Arabi, Hong Kong e Russia. I truffatori, in lussuose hall di albergo, restituivano valigette piene di soldi falsi prima che il raggiro potesse essere scoperto. Grazie alla figura degli intermediari, il denaro non lasciava tracce.
Prima dell’arresto avvenuto nel settembre 2017, nell’operazione “La Stangata” che ha smantellato un sodalizio serbo specializzato in queste truffe, sono stati necessari altri due anni di indagini per ricostruire i beni illecitamente accumulati.
Applicando il Codice Antimafia, la Guardia di Finanza ha effettuato approfondite indagini patrimoniali non solo sugli indagati, ma anche sui loro prestanome, che possedevano beni sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati. Una volta individuati i prestanome, è stato possibile avviare il procedimento di prevenzione che ha portato al sequestro attuale.
Il patrimonio verrà così destinato all’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), che li utilizzerà per scopi sociali o istituzionali, a beneficio delle comunità e dei territori.
L’aggressione dei patrimoni illeciti permette allo Stato di colpire le organizzazioni criminali e i soggetti “socialmente pericolosi” che vivono grazie ai proventi di attività illegali, restituendo alla collettività i beni illegalmente accumulati.
Questa operazione della Guardia di Finanza è il risultato del costante impegno del Corpo nel contrastare l’evasione fiscale, non solo per recuperare imposte evase fondamentali per garantire i servizi dello Stato, ma anche per contrastare condotte illecite legate all’arricchimento illecito. Le funzioni di polizia economico-finanziaria sono state svolte sia dal punto di vista amministrativo-tributario che penale, con il conseguente sequestro preventivo del profitto illecito per equivalente, finalizzato alla confisca, che è obbligatoria nel caso in cui il procedimento penale si concluda con la condanna dell’indagato.