Il territorio bergamasco può tirare un sospiro di sollievo, poiché finora è stato risparmiato dalla temuta peste suina africana. Questa notizia è particolarmente importante per l’economia agricola e per tutta la filiera alimentare collegata. Inoltre, c’è un altro dato significativo: il numero dei cinghiali, responsabili della diffusione di questa malattia, è in diminuzione di circa il 40% rispetto all’anno scorso. È difficile fare stime precise sul numero di cinghiali presenti sul territorio provinciale, ma è sicuro che l’attività dei cacciatori ha portato all’eliminazione di molti esemplari. Nel 2023, i cacciatori in braccata ne hanno abbattuti 1.100, mentre 1.500 esemplari sono stati cacciati dai cacciatori di selezione orobici. Questi risultati positivi sono motivo di gioia per i cacciatori, che sottolineano come la caccia di selezione si sia dimostrata il metodo più efficace per contenere questa specie animale nociva ed invasiva. Tuttavia, i cacciatori di selezione bergamaschi hanno dovuto affrontare una battaglia legale contro il Comprensorio Alpino di Caccia Prealpi Bergamasche. Il Comprensorio aveva emanato un regolamento che imponeva restrizioni e limitazioni alla caccia di selezione, ma il TAR di Brescia ha stabilito la nullità di questo regolamento. I cacciatori di selezione hanno accusato il Comprensorio di arrogarsi un potere legislativo e sanzionatorio in contrasto con le norme regionali. Questa vicenda ha creato una nota stonata, poiché il resto dei cittadini chiede il depopolamento del cinghiale. In conclusione, nonostante le difficoltà legali, i cacciatori di selezione bergamaschi possono festeggiare per i risultati ottenuti nella lotta contro i cinghiali e per la tutela dell’economia agricola del territorio.

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