Legnano – Un problema di percezione più che di dimensioni reali, ingigantito dai nuovi strumenti di comunicazione e dalle “bolle mediatiche”. È l’analisi di alcuni relatori intervenuti oggi, sabato 10 febbraio, al dibattito pubblico di Azione Città metropolitana di Milano sul tema sicurezza a Villa Jucker di Legnano, proprio a ridosso di quel Parco Falcone Borsellino spesso al centro delle cronache. Introdotti dal vicesegretario metropolitano Paola Barbazza e moderati da Andrea Pagliuca di Politics Hub, i relatori – quasi tutti amministratori del territorio – hanno comunque sottolineato la necessità di più risorse e di nuove norme per contrastare con efficacia fenomeni quali microcriminalità e degrado urbano.
Granelli: “Più preoccupati da reati minori”
Se Milano con il suo territorio vanta il primato nazionale per denunce di reati (7.000 ogni 100.000 abitanti, più del doppio della media nazionale) per Marco Granelli, assessore alla sicurezza del capoluogo, lo si deve al fatto che “questi numeri sono più elevati nelle città con maggiore concentrazione di abitanti. In realtà le denunce sono diminuite, mentre i numeri della grande criminalità sono crollati anche perché ha compreso che le conviene di più infiltrarsi. Preoccupa di più il furto del portafogli in centro, della collanina in strada, del cellulare mentre prendi l’aperitivo: è questo che influisce sulla percezione di insicurezza – ha argomentato Granelli – non la grande rapina. Oggi, poi, si vive molto di più anche la sera e nelle ore notturne.
“I recenti decreti del governo puntano sulla sicurezza urbana facendo leva sulla collaborazione tra forze dell’ordine e amministrazioni locali: queste devono agire sul decoro urbano, sulla polizia di prossimità anche con le pattuglie di Polizia locale, sull’illuminazione pubblica, sulle aree dismesse. Puntiamo anche sulla riorganizzazione dei turni in strada e sulla collaborazione con gli enti di sicurezza privati. Ma dobbiamo anche chiedere di più al sistema giustizia: la recidiva è del 75%. Per ogni euro in più per le forze dell’ordine, ce ne dev’essere uno nella gestione degli autori dei reati, perché non tornino a delinquere”.
Il sindaco: “Basta con i falsi miti alimentati da certa politica”
Per il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice “il problema ha responsabilità che non sono locali. Diciamo la verità: negli ultimi trent’anni si è rafforzata la richiesta agli enti locali di cose che non possono garantire ai cittadini. È come chiedere a noi sindaci soluzioni ai problemi della sanità: non compete a noi. Quello che possiamo fare è lavorare sulla sicurezza urbana, insieme a cittadini e commercianti. Ci sono problemi di risorse, la Polizia locale di Legnano è drammaticamente sotto organico; ma bisogna anche investire sulle tecnologie e sulla comunità. La prevenzione passa anche dal contrasto delle occupazioni abusive, dall’educazione dei giovani e dal controllo di vicinato, che a dispetto di quello che sostiene qualcuno, funziona e ha impedito furti in appartamento.
“Da trent’anni – ha proseguito Radice – il sistema mediatico ci bombarda di fatti di cronaca di ogni genere. E i social amplificano tremendamente fatti che prima restavano circoscritti a poche persone. È un problema di percezione, perché i dati sono costantemente in calo. E un pezzo della percezione è dovuto alla ripresa dopo il Covid, con una risalita molto rapida di numeri che si erano quasi azzerati”.
La sicurezza è un tema di destra?, gli è stato chiesto. “Per qualunque amministratore, di destra o di sinistra – ha risposto Radice – i provvedimenti a breve termine regalano consensi, mentre la tolleranza zero unita a politiche sociali, come l’educativa di strada o il coinvolgimento di scuole e oratori, risolvono i problemi. Oggi gli autori di reati sono sempre più giovani, anche sotto i 14 anni, e le forze dell’ordine hanno le mani legate. Noi attenzioniamo le aree a rischio come la Cantoni, ma bisogna lavorare a 360 gradi. Smettiamo di cavalcare certi fenomeni a scopi meramente elettorali con un falso mito”.
Loschiavo: “Poche risorse”
Salvatore Loschiavo, assessore alla sicurezza di Busto Arsizio, ha definito “drammatica” la dotazione di personale della PL nella sua città: “Attualmente abbiamo 40 agenti con 4 ufficiali operativi su un territorio con 82.000 abitanti. Con loro dobbiamo lavorare su tutti i fronti, come la prevenzione prima ancora che la repressione dei reati. È un momento difficile, la coperta è molto corta. Nell’ultima legge di bilancio – ha aperto uno spiraglio Loschiavo – è prevista la possibilità di incrementare il personale per la sicurezza, derogando ai limiti di assunzione: attendiamo risposte più concrete dai decreti attuativi”.
Confcommercio: “Negozi presìdi sul territorio”
Infine Fabio Poretti, consigliere di Confcommercio Legnano, ha sottolineato come “i negozi di vicinato sono un presidio di socialità. Secondo uno studio di Confcommercio, moltissime persone che hanno subìto episodi di violenza hanno trovato rifugio in negozi o bar. Ma dal 2012 al 2023, i negozi di vicinato in Italia sono scesi da 551.000 a 439.000. Il cittadino fa acquisti dove percepisce più sicurezza, scegliendo tra il centro città e un centro commerciale, che garantisce sempre, oltre al parcheggio, un servizio di sorveglianza contestuale all’apertura.
“Con il Comune di Legnano – ha ricordato Poretti – sono state fatte tante cose insieme, come iniziative sociali e il controllo del vicinato con una chat per segnalazioni su reati o persone sospette da chi opera e vive il territorio ogni giorno. Rendere attrattiva una città vuol dire creare eventi con un adeguato servizio di polizia, perché la città si animi di persone che vogliono divertirsi e non fare altro. Certo le aspettative dei cittadini sono sempre crescenti, in questa zona d’Italia siamo abituati al meglio e vogliamo sempre di più, non ci abituiamo a furti e altri episodi che colpiscono più spesso persone fragili. Che cosa fare? Rivedere gli orari delle pattuglie: bene i Carabinieri in strada di giorno, ma sarebbero più efficaci la sera. E poi lavorare sull’illuminazione pubblica, come sulle espulsioni effettive degli immigrati irregolari”.