Il pubblico ministero Valeria Anna Zini ha richiesto la pena massima di ergastolo per Sergio Domenichini, accusato di aver ucciso la pensionata Carmela Fabozzi a scopo di rapina. Le indagini condotte dai carabinieri di Varese e dai Ris di Parma hanno confermato la responsabilità dell’uomo, che avrebbe ucciso la vittima per rubare alcuni gioielli e vendere successivamente i preziosi in un negozio di compro oro. La Fabozzi è stata colpita nove volte alla testa con un grosso vaso di vetro, ritrovato sporco di sangue sul luogo del delitto. Le impronte digitali di Domenichini sono state trovate sul vaso e il suo DNA sotto un’unghia della vittima. Inoltre, le impronte delle sue scarpe insanguinate sono state rilevate nell’appartamento. Le prove raccolte dalle telecamere di sorveglianza e dal GPS dell’auto noleggiata da Domenichini hanno confermato i suoi spostamenti il giorno dell’omicidio. Il suo cellulare non è stato utilizzato durante l’orario in cui è stato commesso il crimine. Secondo l’accusa, Domenichini avrebbe utilizzato l’associazione Anteas, di cui faceva parte come volontario, per individuare potenziali vittime anziane. Il suo avvocato difensore ha sostenuto che l’uomo si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato e che ha trovato la vittima già morta. Ha affermato che Domenichini ha spostato il vaso vicino al corpo della donna per cercare segni di vita e ha lasciato la casa senza avvisare i soccorsi per paura dei suoi precedenti penali. L’avvocato ha anche sollevato dubbi sull’arma del delitto e sui gioielli trovati in possesso di Domenichini, sostenendo che appartenevano alla madre dell’imputato. Il verdetto sarà pronunciato il prossimo 28 febbraio.

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