A Desio si vedono i primi segni dell’arrivo dell’autostrada Pedemontana che attraverserà la città nella zona nord, da San Giorgio a San Carlo. In vista dell’avvio dei cantieri veri e propri, i tecnici della società hanno recintato alcuni terreni dietro l’ospedale, a San Carlo. Tra questi, anche una parte dell’area del circolo ricreativo del Quagliodromo. Qui nei giorni scorsi sono state installate le reti metalliche, nell’area verde.

Delimitata un’area di 10 mila metri quadrati, la proprietaria del Quagliodromo, Rosella Arienti, si sta battendo per salvare la sua attività. Ha dichiarato: “Hanno sottratto circa 10 mila metri quadri su un totale di 30 mila di area verde. Tutte le nostre iniziative non servono a bloccare la cementificazione e la distruzione del suolo. Le reti metalliche che sono state installate sono solo un primo passo: poi verranno probabilmente ampliate”.

La società Pedemontana ha spiegato che le recinzioni installate in area San Carlo a Desio riguardano operazioni preliminari relative all’eventuale bonifica di ordigni bellici e le usuali verifiche archeologiche. Si tratta di operazioni normali per questo tipo di scavi e verranno replicate anche in altri punti del tracciato. Al momento non ci sono evidenze né di possibili ritrovamenti archeologici né di ordigni bellici.

Gli interventi preliminari lungo il tracciato dell’autostrada sono iniziati e il circolo Quagliodromo, che esiste da più di 40 anni e che dovrà lasciare il posto alla nuova infrastruttura, non si dà per vinto. Nelle prossime settimane, meteo permettendo, organizzerà un nuovo evento, simile a quello già proposto un mese fa, ovvero un addestramento cani gratuito per dire “No a Pedemontana”. Una passeggiata con i cani a cui potranno partecipare tutti coloro che si oppongono alla realizzazione dell’autostrada.

Anche i soci del circolo sono preoccupati. Massimo Galli e Goffredo Allesi frequentano il Quagliodromo quasi tutti i giorni e lo considerano un luogo di ritrovo importante. “Chissà cosa ne sarà di questo posto”, dice Galli guardando la rete metallica installata. “Noi venivamo qui ad addestrare i cani e a fare le prove cinofile”, aggiunge Allesi. “L’area, una volta, era ancora più grande, poi si è ristretta. E adesso chissà cosa succederà. Non so come andrà a finire”.

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