Il caso dell’ex vice primario dell’ospedale di Saronno, Leonardo Cazzaniga, continua a far parlare di sé. Con la recente condanna per il nono omicidio, la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa contro l’ergastolo inflitto al medico. Questa volta si tratta della morte di Domenico Brasca, avvenuta nel 2014 dopo un breve ricovero al pronto soccorso. Brasca è stata l’ultima vittima attribuita a Cazzaniga, che era stato inizialmente assolto ma successivamente condannato in Appello.
La perizia ha rivelato la presenza di diversi farmaci nel corpo del pensionato, tra cui midazolam, promazina e clorpromazina, che facevano parte del cosiddetto “protocollo Cazzaniga”. Questa pratica consisteva nell’amministrare una combinazione di farmaci per alleviare presunti dolori al paziente, ma che in realtà si è rivelata letale.
Dopo vari ribaltamenti di sentenza, la Cassazione ha confermato l’ergastolo per Cazzaniga, portando così a nove il numero di omicidi per cui è stato condannato. Questo caso ha scosso profondamente la comunità locale e sollevato interrogativi sulla sicurezza e l’etica nel campo della medicina. Speriamo che giustizia sia fatta e che casi simili possano essere evitati in futuro.