Un’operazione di polizia economica-finanziaria è stata avviata dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese, con l’obiettivo di controllare la corretta erogazione della spesa pubblica nei confronti dei soggetti extracomunitari residenti nella provincia che percepiscono il reddito di cittadinanza. Dopo un’attenta analisi dei dati, sono state denunciate alla Procura di Varese e di Busto Arsizio 346 persone che non possedevano il permesso di soggiorno di lungo periodo necessario per accedere al sussidio.
Successivamente, è emerso che altri 300 soggetti non rispettavano il requisito minimo di permanenza di 10 anni richiesto per accedere al reddito di cittadinanza. Nonostante l’abolizione del sussidio a partire dal 2024, il Decreto Legge nr. 48/2023 ha stabilito che restano valide le responsabilità penali per chi ha indebitamente percepito il reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023.
Le Autorità Giudiziarie hanno concluso le indagini preliminari e hanno già rinviato a giudizio diversi soggetti denunciati. La Guardia di Finanza ha quantificato le somme indebitamente percepite in quasi 3 milioni di euro e ha segnalato le irregolarità all’I.N.P.S., che ha bloccato l’erogazione di circa 2 milioni di euro e avviato le procedure per la restituzione delle somme indebite.
Le indagini hanno evidenziato che molti richiedenti hanno fornito informazioni non veritiere per accedere al reddito di cittadinanza o hanno omesso di comunicare variazioni rilevanti per la cessazione del sussidio. L’azione di contrasto alle frodi nel settore delle prestazioni sociali è stata intensificata attraverso controlli sul territorio e analisi dei dati.
Si sottolinea che, in base al principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone coinvolte sarà accertata solo in seguito a una sentenza irrevocabile di condanna.