CAIRATE – Nelle prossime ore la Procura di Busto Arsizio incaricherà l’analisi tecnica dei dispositivi sequestrati ad Andrea Bossi, 26 anni, assassinato nella notte tra il 26 e il 27 gennaio nella sua casa di via Mascheroni a Cairate, insieme a Michele Caglioni, 20 anni, di Cassano Magnago, e Douglas Carolo, 21 anni di Samarate, i due ragazzi arrestati con l’accusa di omicidio volontario.

Computer e telefoni, compreso il secondo cellulare di Bossi, saranno passati al setaccio per ricostruire i collegamenti tra la vittima e i due indagati. Bossi conosceva sicuramente Carolo, con il quale aveva un legame intimo, mentre Caglioni ha dichiarato di non conoscere la vittima. Gli inquirenti stanno cercando di capire se c’era un appuntamento quella sera e con quale scopo.

Il Ris di Parma depositerà gli esiti degli accertamenti scientifici sugli ultimi reperti sequestrati, tra cui un posacenere pesante, un bicchiere, due mazzi di chiavi e uno dei cellulari della vittima. Si cerca ancora l’arma del delitto, un coltello da cucina.

Caglioni ha dichiarato di essere rimasto fuori dall’abitazione di Bossi e di essere salito nell’appartamento solo dopo l’omicidio. Le sue dichiarazioni dovranno essere verificate, così come il fatto che potrebbe essersi sporco entrando nell’appartamento dopo l’assassinio.

Il giovane ha anche raccontato di essere stato minacciato e di essere rimasto zitto per un mese fino all’arresto. Gli inquirenti stanno cercando di capire se qualcun altro sapeva dell’accaduto e ha taciuto.

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