Jordan Tinti, un giovane di 26 anni, è stato trovato morto nella sua cella del carcere di Pavia, legato al collo con una corda. Tinti era tornato in prigione dopo la sospensione del suo affidamento terapeutico e aveva già tentato il suicidio in passato. Il suo avvocato, Federico Edoardo Pisani, ha dichiarato che la vicenda deve essere chiarita in tutti i suoi aspetti, in particolare il fatto che il giovane era stato rimandato nel carcere dove aveva denunciato abusi e violenze. Tinti era noto per vari episodi giudiziari, tra cui la sua condanna per rapina con l’aggravante dell’odio razziale. Aveva deciso di non fare ricorso e di cercare un percorso di recupero, che lo aveva portato in una comunità terapeutica da cui era stato allontanato per violazione del regolamento interno. Il suo avvocato ha espresso il desiderio di fare chiarezza sull’accaduto e ha definito la morte di un ragazzo così giovane una sconfitta per tutti. Tinti era stato visto per l’ultima volta in tribunale a Monza un mese prima della sua morte e aveva avuto vari guai giudiziari legati a danneggiamenti e istigazioni a delinquere. La sua morte lascia molti interrogativi e richiede un’approfondita indagine per comprendere appieno le circostanze che l’hanno portato a compiere un gesto così estremo.