Una coppia di sfruttatori di prostitute nigeriane è stata condannata a 15 anni di reclusione per tratta e riduzione in schiavitù. Le vittime, giovani africane costrette a prostituirsi sulla strada Binasca a sud di Milano, erano state fatte arrivare con i barconi dalla Libia e indebitate per pagarsi il viaggio. L’accusa includeva anche violenze e minacce con riti voodoo.
L’operazione che ha portato agli arresti è stata condotta dalla squadra Mobile della questura di Lodi, in collaborazione con le questure di Milano, Torino, Campobasso e Novara, coordinata dalla procura di Milano. Le ragazze venivano reclutate in Libia e prelevate dai centri di accoglienza italiani, costrette a prostituirsi e consegnare tutto il guadagno alla banda.
La “maman” residente a Melegnano le gestiva e controllava, mentre l’altra, residente a Torino, si occupava del trasporto delle giovani. Uno degli uomini residente a Campobasso aveva il ruolo di ‘scortare’ le ragazze durante la traversata sui barconi. Le inchieste hanno colpito duramente il fenomeno della tratta delle nigeriane, purtroppo diffuso in passato.

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