L’inchiesta Hydra e il sistema mafioso in Lombardia stanno portando alla luce una serie di connessioni oscure tra diverse organizzazioni criminali. La Dda di Milano ha ottenuto una prima vittoria al Riesame nei confronti del Gip, che aveva concesso solo 11 arresti su 154 richiesti dal pubblico ministero Alessandra Cerreti. Questi arresti sono stati il risultato di due anni di lavoro che hanno permesso di ricostruire una vera e propria “federazione mafiosa” in Lombardia, con accordi tra mafia, ‘ndrangheta e camorra.
I summit si svolgevano tra Alto Milanese e Varesotto, con pranzi e incontri tra diverse località tra cui Castano Primo, Dairago, Busto Garolfo, Busto Arsizio e Legnano. La decisione del Riesame ha ribaltato la misura di custodia in carcere per Francesco Nicastro, noto a Busto Arsizio, e per suo padre Dario, entrambi coinvolti nell’inchiesta Hydra. Nonostante la decisione del Gip di concedere i domiciliari a Nicastro, il tribunale della Libertà ha accolto la richiesta della procura e ripristinato la misura della custodia in carcere.
Le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce estorsioni e aggressioni violente ordinate dal “gruppo Nicastro” per costringere il titolare di uno locale a cedere il suo locale. Le minacce e le percosse subite dalla vittima sono state documentate e rappresentano un chiaro segno di prevaricazione e violenza. Nonostante il Gip abbia interpretato l’episodio come un litigio, i giudici del Riesame hanno accolto la tesi dell’Antimafia e hanno deciso di mantenere Nicastro ai domiciliari in attesa che la pronuncia diventi definitiva.
Questa vicenda mette in luce la presenza di una rete criminale ben radicata in Lombardia, che agisce con violenza e prepotenza per ottenere ciò che vuole. La lotta alle organizzazioni mafiose è ancora lunga, ma è importante che la magistratura continui a fare luce su queste vicende per garantire la sicurezza e la legalità nel nostro territorio.