Il 11 luglio si è svolto il processo relativo al deragliamento del “treno fantasma” avvenuto esattamente quattro anni fa. Il treno regionale si mise in moto da solo la mattina del 18 agosto 2020 e venne guidato a distanza fino a un binario morto della stazione di Carnate. Oggi, lunedì, il giudice Angela Colella ha deciso il rinvio a giudizio per tutti e sei gli indagati, ora imputati per presunti reati di disastro ferroviario e depistaggio.

Nell’agosto del 2020, il treno Regionale Milano Porta Garibaldi-Paderno D’Adda si mosse a causa di un guasto al sistema frenante, dopo essere stato lasciato incustodito dal personale di bordo. Oltre ai due membri dell’equipaggio, sono coinvolti anche due membri della squadra manutentiva e due figure dirigenziali di Trenord. Le accuse vanno da disastro ferroviario a frode in processo penale e depistaggio.

Le analisi sulla scatola nera del treno hanno evidenziato un problema al sistema frenante che ha causato il deragliamento. I pezzi malfunzionanti sono stati rimossi e occultati, secondo l’accusa, per ostacolare le indagini. Il bilancio dell’incidente è stato di un ferito lieve che purtroppo è successivamente deceduto.

Le indagini hanno rivelato che i pezzi malfunzionanti sono stati rimossi dal treno e successivamente “ritrovati” quando le indagini si sono concentrate su di essi. Questo comportamento sospetto ha portato alla decisione di rinvio a giudizio per tutti gli indagati.

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