Un architetto di Limbiate, Massimo Gentile, è stato arrestato questa mattina con l’accusa di aver ceduto la propria identità a Matteo Messina Denaro per dieci anni. L’uomo, con incarico amministrativo in Comune, è stato coinvolto in un’operazione dei carabinieri di Palermo. Secondo le indagini, Gentile avrebbe prestato la sua identità al boss mafioso, facilitandogli l’acquisto di auto, operazioni bancarie e la stipula di polizze assicurative.
Grazie a Gentile, Messina Denaro poteva muoversi nel territorio come un normale cittadino, utilizzando un documento di identità apparentemente regolare. Insieme all’architetto è stato arrestato anche il cognato, Cosimo Leone, che avrebbe aiutato il boss a effettuare esami clinici in anonimato e a fornirgli un cellulare durante il ricovero in ospedale a Mazara del Vallo. Leone è stato descritto dagli inquirenti come un “tramite indispensabile con l’esterno durante l’intero periodo di degenza e un punto di riferimento all’interno dell’ospedale”.
Questo arresto conferma ancora una volta il coinvolgimento di persone comuni nella rete criminale della mafia, dimostrando quanto sia importante combattere la corruzione e la complicità con le organizzazioni criminali. Speriamo che azioni come queste possano contribuire a debellare definitivamente la presenza della mafia nel nostro paese.