Il caso del presunto prestanome di Matteo Messina Denaro, l’architetto Massimo Gentile, residente a Solaro e dipendente del Comune di Limbiate, ha scosso l’opinione pubblica. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di associazione mafiosa, dopo aver aiutato il boss durante la sua latitanza.

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri del Ros, Gentile avrebbe prestato la propria identità a Messina Denaro, consentendogli di acquistare una Fiat 500 e una moto Bmw, stipulare polizze assicurative e compiere operazioni bancarie. Il tutto avvenuto tra il 2007 e il 2017.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, ha portato anche all’arresto del tecnico radiologo Cosimo Leone, cognato di Gentile, e di Leonardo Gulotta, per concorso esterno in associazione mafiosa.

Gli inquirenti sono risaliti all’architetto Gentile analizzando i pizzini del boss e individuando il concessionario auto di Palermo dove sarebbe stata acquistata la Fiat 500. La pratica conteneva la fotocopia della carta d’identità di Gentile con la foto di Messina Denaro.

L’acquisto della moto Bmw, sempre a nome di Gentile, risalirebbe al 2007 e sarebbe stato utilizzato dal boss fino al 2015. Per entrambi i veicoli, Messina Denaro avrebbe versato una parte in contanti e il resto con un assegno circolare.

L’arresto dell’architetto del Comune di Limbiate ha sollevato molte domande sulla presenza di presunti fiancheggiatori della mafia anche nel nord Italia. La magistratura continuerà ad indagare per fare luce su questa vicenda e portare alla giustizia tutti coloro che hanno collaborato con l’organizzazione criminale di Matteo Messina Denaro.

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