Nessuna responsabilità per il sindaco di Lavena Ponte Tresa nel caso del condominio Petra. Durante il processo per presunti abusi edilizi ed urbanistici, il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per il sindaco Massimo Mastromarino e il suo predecessore Pietro Roncoroni. Secondo l’accusa, Mastromarino avrebbe favorito il committente delle opere con omissioni e atti presentati in ritardo, ma la difesa ha sottolineato che il sindaco si era occupato solo delle criticità igienico sanitarie legate ai lavori. Roncoroni, invece, aveva già terminato il suo mandato al momento dei fatti e non avrebbe potuto intervenire per affrontare le criticità rilevate da Ats.

Le richieste di condanna sono arrivate per il committente delle opere e due tecnici comunali, accusati di abuso d’ufficio. I lavori per la palazzina con vista sul Ceresio, eseguiti su un’area soggetta a tutela paesaggistica, sarebbero stati realizzati senza le dovute autorizzazioni.

Mastromarino, in passato consigliere d’opposizione, aveva presentato segnalazioni sulle anomalie procedurali riguardanti i lavori del condominio. Durante l’interrogatorio in aula, ha dichiarato di non aver ricevuto segnalazioni dagli uffici comunali una volta diventato sindaco, e di essersi occupato solo delle questioni igienico sanitarie sollevate da Ats.

Tre coppie di condomini si sono costituite parte civile nel processo, chiedendo risarcimenti per oltre 200mila euro a causa degli impatti sulla vivibilità degli appartamenti acquistati. Il verdetto dei giudici sarà emesso nella prossima udienza.

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