Sono tornato sul lago di Varese dopo un mese dalla mia ultima uscita in barca. Questa volta mi dirigo verso l’Isola Virginia, lasciandomi alle spalle il diluvio di Pasqua e godendomi un pomeriggio soleggiato e pieno di aria fresca. Il lago è salito di 72 centimetri sopra lo zero idrometrico, causando danni alla zona circostante. Tuttavia, oggi le acque sono calme e riflettono i colori tenui della primavera.
Mentre esploro l’isola, mi imbatto in alcuni pescatori che sono rimasti fedeli al lago nonostante le difficoltà. Mi raccontano delle antiche tradizioni legate al lago e degli antichi toponimi che stanno cercando di preservare. È un pezzo di storia che rischia di andare perduto, ma grazie alla passione di persone come loro, potrebbe essere salvato.
In un momento di riflessione, mi tornano in mente le parole di Andrea Vitali sulla profonda connessione tra i pescatori e il lago. Sono uomini che vivono in simbiosi con le acque, silenziosi e rispettosi della natura che li circonda.
Mentre la mia barca si avvicina a Cazzago, mi rendo conto di quanto sia importante preservare queste tradizioni e questa cultura legata al lago di Varese. Spero che anche in futuro ci saranno persone disposte a lottare per mantenerne vivo il ricordo.