Il giovane Douglas Carolo, accusato dell’omicidio di Andrea Bossi insieme a Michele Caglioni, si è finalmente aperto davanti al sostituto procuratore Francesca Parola dopo un mese di silenzio. Durante l’interrogatorio di due ore e mezza, Carolo ha ribadito la sua innocenza.
I suoi avvocati hanno rivelato che il giovane era rimasto in silenzio per paura di compromettere la sua messa alla prova, in scadenza a maggio. Dopo aver parlato con gli psicologi del carcere, è riuscito a mettere ordine nei suoi pensieri confusi.
Carolo ha parlato del rapporto con Bossi, ammettendo che l’amico aveva dei sentimenti per lui e faceva regali costosi, prestiti e donazioni di hashish. Tuttavia, ha smentito di aver accettato le avances di Bossi e ha raccontato di un episodio in cui l’amico lo avrebbe colpito con un pugno per averlo respinto.
Il giovane ha anche spiegato il motivo della sua visita a Bossi quella sera, affermando di aver chiesto dei soldi che doveva restituire ad altre persone. Ha negato di aver impugnato il coltello che ha ucciso Bossi, indicando che potrebbe trovarsi nei campi vicini.
Ora, l’unica speranza per Carolo è che le indagini tecniche e scientifiche possano confermare la sua versione dei fatti. Resta da capire se il giovane indicherà Caglioni come colpevole, considerando che i due erano le uniche persone presenti nella casa di Bossi quella sera.