VARESE – I professionisti dell’estorsione e il mago delle truffe alle agenzie interinali sono stati colpiti ancora una volta dall’operazione contro gli affari della ‘ndrangheta in Lombardia condotta dalla Dda di Milano. Ieri, lunedì 15 aprile, sono state eseguite 14 misure di custodia cautelare che coinvolgono il Varesotto e l’Alto Milanese.
I professionisti dell’estorsione
La cosca capeggiata da Salvatore Giacobbe e dai figli Vincenzo e Angelino del clan di Gioia Tauro aveva preso di mira non solo i locali della Movida milanese, ma anche le estorsioni, che erano un ramo redditizio dell’attività criminale della famiglia. Livio Pintus di Brunello, affiliato alla ‘ndrangheta, e il saronnese Roberto Cagliani erano attivi in questo settore.
Il carrozziere e la protezione del clan
Un comproprietario di una carrozzeria nell’Alto Varesotto si era rivolto a Giacobbe per risolvere una questione con il socio e per convincere un cliente che il lavoro svolto era perfetto. Il “recupero crediti” prevedeva che Pintus convincesse il socio a vendere la sua quota societaria a un prezzo inferiore, in modo che il co-titolare potesse acquistarla agevolmente. Ma questa protezione aveva un prezzo: 5.000 euro estorti al carrozziere attraverso minacce e ricariche su una prepagata, oltre al controllo della carrozzeria a beneficio del gruppo criminale.
Le truffe alle agenzie interinali
Alessandro Solano di Darfo Boario Terme aveva messo a segno una serie di truffe ai danni di due agenzie interinali. Il clan faceva credere alle agenzie di rappresentare aziende solide bisognose di manodopera, selezionando i lavoratori coinvolti. I contratti erano di 90 giorni, durante i quali le aziende non producevano nulla e i lavoratori non lavoravano. Le agenzie pagavano gli stipendi, che venivano poi retrocessi al clan Giacobbe che spariva senza pagare l’agenzia interinale.