La cooperativa Unicum è finita al centro di un’indagine per aver favorito l’ottenimento di misure alternative al carcere per i detenuti, anche senza i requisiti necessari. Questa pratica, partita dal carcere di Torre del Gallo, ha coinvolto anche altri istituti penitenziari.

I titolari della cooperativa sono stati condannati per aver falsificato documenti e attestazioni per far ottenere ai detenuti misure alternative in strutture che non offrivano effettivamente percorsi rieducativi. Per questo motivo, la guardia di finanza di Pavia ha eseguito un’ordinanza di interdizione dall’esercizio di ogni attività nei confronti della Unicum cooperativa sociale onlus.

La sentenza ha condannato il presidente, alcuni membri del consiglio di amministrazione e alcuni soci della cooperativa a pene detentive variabili da 1 anno e 10 mesi a 3 anni e 4 mesi. Secondo quanto emerso dall’indagine, numerosi detenuti hanno usufruito indebitamente di sostituzioni delle misure cautelari o di misure alternative alla detenzione, trovando alloggio presso strutture che non offrivano effettivi percorsi rieducativi.

Questa vicenda evidenzia la gravità delle condotte illecite messe in atto dalla cooperativa Unicum e l’importanza di garantire la correttezza e la legalità nei processi di reinserimento sociale dei detenuti. La giustizia ha fatto il suo corso e ora spetta alle autorità competenti assicurare che situazioni simili non si verifichino in futuro.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui