L’imprenditore Erminio Diodato di Vergiate ha vissuto un vero e proprio incubo, passando sette mesi di detenzione (cinque in carcere e due ai domiciliari) per un’accusa ingiusta di detenzione di droga ai fini di spaccio. Questo periodo difficile ha portato alla perdita della sua azienda e dei sei posti di lavoro ad essa collegati.

Assistito dall’avvocato Daniele Galati, che ha creduto nella sua innocenza e ha raccolto le prove necessarie per scagionarlo, Diodato è stato finalmente assolto nel giugno dell’anno successivo all’arresto. La Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto l’ingiustizia subita e ha assegnato a Diodato un risarcimento di 60mila euro da parte dello Stato.

Nonostante la vittoria contro la non giustizia, Diodato ha perso tutto ciò per cui ha lavorato una vita. La richiesta risarcitoria era stata di mezzo milione di euro, ma i 60mila ricevuti sono comunque un aiuto per ricominciare dopo la perdita dell’attività imprenditoriale del valore di 240mila euro all’anno.

Le indagini hanno dimostrato che Diodato era estraneo alla detenzione di droga e che le prove raccolte lo scagionavano completamente. Tuttavia, è stato detenuto per 145 giorni prima di ottenere l’assoluzione con formula piena. Ora, con il risarcimento ottenuto, può cercare di ripartire nonostante la perdita subita.

L’esperienza vissuta da Erminio Diodato è un esempio di come la giustizia possa fallire e rovinare la vita di una persona innocente. La sua storia è un monito sulla necessità di garantire un sistema giudiziario equo e rispettoso dei diritti di ogni individuo.

Articolo precedenteVaresenews sotto attacco: la lotta contro i gruppi no-vax a Malnate
Articolo successivoProteggere l’ambiente a Milano: la sinergia tra ATO e Gestori del Servizio Idrico Integrato

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui