Il mondo del lavoro temporaneo in Italia è stato scosso da un’indagine che coinvolge Salvatore e Vincenzo Giacobbe, a capo di un noto gruppo criminale della ‘ndrangheta con base nella piana di Gioia Tauro e solidi legami tra Milano e Varese.
Le attività illegali del gruppo al nord includono truffe, estorsioni e l’acquisizione predatoria di aziende, infiltrandosi profondamente nei tessuti economici e sociali. Alessandro Solano, residente a Dairago, è un membro di questa consorteria e ha svolto un ruolo chiave nelle operazioni di truffa rivolte contro le società di lavoro interinale, tra cui Adecco e Temporary, che sono emerse come vittime di questo sofisticato sistema di frode.
Salvatore e Vincenzo Giacobbe hanno esteso il loro controllo criminale oltre le tipiche attività della ‘ndrangheta, sfruttando il settore del lavoro temporaneo per infiltrare e manipolare le dinamiche economiche. Attraverso minacce e coercizioni, hanno imposto la loro presenza all’interno di aziende legittime, utilizzando tali piattaforme per riciclare denaro e finanziare altre attività illecite.
Alessandro Solano, specializzato nelle frodi aziendali, ha operato principalmente truffando società di lavoro interinale. Utilizzando la sua posizione e le sue competenze, Solano ha orchestrato complesse frodi che hanno deviato fondi significativi dalle aziende vittime verso le casse del gruppo criminale. Adecco e Temporary, in particolare, sono state manipolate per emettere pagamenti per servizi non resi o gonfiati per decine di migliaia di euro.
Stipulavano, così, contratti di somministrazione di lavoro, con durata di 90 giorni, con persone compiacenti che non venivano mai veramente avviati all’attività lavorativa. Giacobbe e Solano fornivano mensilmente alle agenzie di lavoro temporaneo moduli di pagamento attestanti prestazioni lavorative, ore di straordinario, trasferte ed altre indennità mai realmente svolte o conseguite; le agenzie di lavoro interinale corrispondevano ai “falsi lavoratori” gli stipendi dei quali una cospicua parte veniva dirottata sui conti personali dei tre uomini. Per ogni lavoratore temporaneo che riceveva 100 euro al giorno, circa 60 euro erano sottratti e distribuiti tra Solano e i Giacobbe.
La Direzione distrettuale antimafia si è mossa grazie alle segnalazioni delle due società, ricostruendo e smantellando la rete criminale. Le indagini hanno, però, portato alla luce solo una piccola parte della truffa dei Giacobbe e di Solano che era molto più estesa dei confini della sua stessa perseguibilità penale. Pur avendo l’indagine disvelato numerose truffe ancora in corso ai danni di molte e diverse agenzie di lavoro, solo due di queste hanno sporto tempestiva querela.