Il caso dei furti avvenuti in edicola a Porto Ceresio nel maggio del 2019 si è chiuso senza un colpevole. Il giudice ha emesso una sentenza di “non doversi procedere” nei confronti di Sergio Domenichini, il 67enne coinvolto nel caso. L’imputato era stato condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della pensionata Carmela Fabozzi.
La discussione in Tribunale a Varese si è concentrata principalmente sugli aspetti procedurali del caso. La difesa, rappresentata dall’avvocato Francesca Cerri, ha sostenuto che la persona che aveva presentato querela per i furti era la persona sbagliata, non il legale rappresentante della società che gestiva l’edicola. Il pm, invece, aveva chiesto l’assoluzione a causa dei dubbi sull’identificazione dell’autore dei furti, dubbi che erano rimasti nonostante le immagini delle telecamere di sorveglianza.
Domenichini era entrato in contatto con l’edicolante attraverso un’agenzia immobiliare, presentandosi come interessato all’acquisto dell’attività. Durante la sua permanenza nell’edicola, erano stati commessi i furti di biro, Gratta e Vinci, giornali e carte Pokémon. Tuttavia, la persona offesa ha deciso di ritirare la querela e di non chiedere alcun risarcimento in caso di condanna.
Questo non è il primo caso in cui Domenichini è coinvolto in vicende simili. In passato era stato assolto per una questione analoga, avvenuta tra Varese e Induno Olona. Anche in quel caso, la persona offesa aveva deciso di ritirare la querela, portando così all’epilogo processuale a favore dell’imputato.
In entrambi i casi, quindi, i procedimenti giudiziari si sono chiusi senza una condanna. Restano ancora dei dubbi sull’effettiva colpevolezza di Domenichini nei furti in edicola, ma la decisione del giudice di non procedere ha posto fine alla vicenda.