Il Comune di Monza si trova nuovamente nella situazione di dover affrontare i debiti dell’Impresa Sangalli e questa volta sarà costretto a sborsare una somma di circa 700.000 euro. La decisione arriva dopo che il Tribunale di Monza ha confermato il contenuto del decreto ingiuntivo emesso nel 2021, ma il Comune ha deciso di impugnare la sentenza di fronte alla Corte d’Appello.

Secondo il vicesindaco Egidio Longoni, questa situazione è la conseguenza di una decisione presa sette anni fa, quando l’ente ha iniziato a non pagare integralmente le fatture all’Impresa Sangalli a causa di presunte carenze nel servizio di raccolta rifiuti. Tuttavia, i giudici hanno stabilito che tutte le pendenze della ditta sono state sanate da un accordo transattivo siglato nel 2015.

Questo non è il primo caso in cui il Comune di Monza si trova a dover affrontare debiti nei confronti dell’Impresa Sangalli. In passato, l’aula ha votato la liquidazione di ingenti somme di denaro, tra cui oltre un milione di euro di interessi maturati nel corso degli anni.

Nonostante le sconfitte in tribunale, il Comune di Monza ha deciso di non arrendersi e ha presentato ricorsi alla Corte di Cassazione e alla Corte d’Appello. L’avvocato Paolo Sabbioni, docente di diritto pubblico all’Università cattolica di Milano, difenderà gli interessi del municipio puntando sul fatto che le presunte carenze nel servizio della Sangalli sono avvenute dopo la transazione del 2015.

Il consiglio comunale dovrà quindi prendere una decisione importante nelle prossime settimane e decidere se pagare il debito fuori bilancio all’Impresa Sangalli. Resta da vedere se questa volta il Comune riuscirà a ottenere un esito diverso rispetto alle cause legali passate.

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