Podhum, Jelenje, Castua, sono piccoli villaggi croati che potrebbero sembrare lontani dalla nostra realtà, ma che in realtà sono legati alla nostra storia a causa degli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Durante l’occupazione tedesca della Jugoslavia, iniziata il 6 aprile 1941, il Paese venne diviso in zone di influenza diretta con l’alleato italiano. La città di Fiume divenne il capoluogo della regione del Carnaro, e i villaggi menzionati si trovavano a pochi chilometri di distanza. L’occupazione italiana provocò una forte reazione da parte delle popolazioni locali, che portò a episodi di violenza e rappresaglie.

Per contrastare i ribelli, le autorità italiane adottarono politiche repressive e violente, che culminarono nella fucilazione di oltre un centinaio di residenti a Podhum e Jelenje come rappresaglia per le azioni dei partigiani slavi. Gli abitanti vennero trasferiti in campi di internamento e in altre località italiane, insieme a coloro che avevano collaborato con le forze di occupazione e temevano la vendetta dei partigiani.

A Cingia de’ Botti, diversi internati provenienti dai villaggi croati furono alloggiati, divisi in due gruppi: i “collaborazionisti” a Cremona e i “congiunti dei ribelli” a Cingia de’ Botti. L’amministrazione locale si adoperò per garantire il loro alloggio e sostentamento, cercando di agevolare le loro richieste e di garantire loro una vita dignitosa nonostante le difficoltà del periodo bellico.

L’esperienza degli internati a Cingia de’ Botti fu caratterizzata da varie vicissitudini, ma nonostante tutto non si verificarono attriti significativi con la popolazione locale. L’amministrazione locale si adoperò per garantire il loro benessere e per agevolarli nelle diverse situazioni quotidiane, dimostrando compassione e solidarietà verso individui in stato di difficoltà.

Le vicende degli internati a Cingia de’ Botti sono solo una piccola parte di una storia più ampia, fatta di violenza, repressione e resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. È importante ricordare questi episodi per non dimenticare il passato e per imparare dalle tragedie del passato.

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