Jonathan Locatelli, titolare di quattro autoscuole, si è trovato di fronte a gravi accuse durante l’interrogatorio di garanzia in carcere davanti al giudice per le indagini preliminari. L’uomo è stato arrestato nell’ambito di un’indagine sulle “patenti facili”, accusato di corruzione e falso in atto pubblico.

Secondo l’accusa, Locatelli sarebbe il capo di un gruppo che vendeva certificati di guida in modo fraudolento, con un giro d’affari stimato in oltre 2 milioni di euro. Il sistema messo in atto, secondo la Procura, funzionava da 15 anni e prevedeva il pagamento di somme tra i 2 e i 5mila euro per ottenere patenti “truccate”. Gli esami venivano sostenuti con l’aiuto di webcam e auricolari, che suggerivano le risposte corrette agli aspiranti autisti.

Inoltre, gli allievi dell’autoscuola, provenienti da tutta Italia e procacciati da un presunto complice di Locatelli, avrebbero sostenuto guide fittizie e non avrebbero assistito alle lezioni di teoria. Locatelli ha negato le accuse, dichiarandosi estraneo ai fatti e scaricando le responsabilità sugli stessi clienti.

Il suo avvocato ha presentato un’istanza di annullamento dell’ordinanza di carcerazione al Tribunale del Riesame. La vicenda delle “patenti facili” continua a suscitare scalpore e ad alimentare il dibattito sull’efficacia dei controlli nel settore delle autoscuole.

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