L’arresto di Marco Manfrinati, ex avvocato quarantenne accusato di omicidio e tentato omicidio, ha scosso la città. Dopo essere uscito dalla questura sotto la pioggia per essere condotto in carcere, Manfrinati è rimasto in silenzio di fronte al pubblico ministero. Le accuse sono pesanti, e ora si attende la convalida dell’arresto in flagranza di reato.

La città si interroga su come sia stato possibile un gesto così grave, soprattutto considerando che i procedimenti a carico di Manfrinati erano in corso da almeno due anni. Era stato imposto un divieto di avvicinamento nei confronti della ex moglie e dei suoceri, ma purtroppo questo non è stato sufficiente a evitare la tragedia.

Le persone che conoscono bene la famiglia sono sconvolte. Una signora elegante, anche lei avvocato, conosceva bene la terza vittima dell’aggressione, la collega Marta Criscuolo. Secondo lei, qualcosa è andato storto nella valutazione di Manfrinati e sarebbe stato necessario adottare misure più pesanti per controllare i suoi movimenti.

Manfrinati è stato condotto in carcere, mentre i segni dell’aggressione sono stati cancellati dalla pioggia. Resta l’amara consapevolezza che in casi come questi, spesso si cerca di intervenire solo dopo che è troppo tardi. Sarebbe necessario agire prima, per evitare che tragedie simili si ripetano.

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