Il piano di eradicazione delle nutrie approvato anche a Monza ha scatenato polemiche tra le associazioni animaliste. Secondo Enpa Monza e Brianza, la politica adottata per contenere le specie invasive come le nutrie è miope e antiscientifica, poiché prevede l’eliminazione fisica anziché la sterilizzazione di massa. Tuttavia, il piano prevede l’uso di trappole, fucili da caccia, armi ad aria compressa e carabine per uccidere le nutrie, con appositi corsi di formazione per coloro che parteciperanno alle battute di caccia.

Le nutrie, roditori originari del Sud America, sono stati introdotti in Italia negli anni Sessanta per la produzione di pellicce e si sono riprodotti liberamente a causa della loro capacità di adattamento e della mancanza di predatori naturali. Non rappresentano un pericolo per gli esseri umani, ma vengono spesso accusate di danneggiare gli argini dei corsi d’acqua e delle strade.

In alcuni comuni, come Villasanta, è stata adottata un’alternativa alla caccia: la sterilizzazione delle nutrie. Tuttavia, il piano provinciale prevede l’uccisione di questi animali con metodi ritenuti rapidi ed efficaci per evitare sofferenze inutili. Enpa ha dichiarato che si impegnerà a denunciare ogni caso di maltrattamento degli animali durante le attività di contenimento previste dalla legge regionale e provinciale.

Nonostante la nutria non sia più tutelata dalla legge sulla protezione della fauna, resta comunque tutelata dal Codice Penale che sanziona il maltrattamento degli animali. Il piano prevede anche che i proprietari dei terreni agricoli e i comuni possano svolgere l’attività di prelievo delle nutrie con trappole a vivo, garantendo il controllo e la liberazione delle specie non bersaglio.

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