È una serata come tante alla stazione centrale di Busto Arsizio, ma questa sera è diversa. Il bisogno, i volti, i timori e la gratitudine dei senzatetto sono sempre gli stessi, ma non passano inosservati. C’è ancora l’eco della preoccupazione di qualche giorno fa, quando un uomo si è arrampicato sul traliccio sopra i binari, deciso a parlare con il sindaco della sua situazione.

Nella mensa del dormitorio, frutto dell’impegno di diverse realtà accanto al Comune, stasera c’è l’Unità di Strada della Croce Rossa, una presenza costante in questo luogo dove si rifugiano tante persone bisognose.

Tutto sembra tranquillo nel viavai intorno alla stazione ferroviaria, ma basta guardare il mezzo con il simbolo della Croce Rossa per notare il discreto movimento verso quel punto di speranza. Storie, drammi, richieste e riconoscimenti si intrecciano in un mix di emozioni. Alcuni cercano conforto, altri un pasto caldo o un piccolo tesoro da portare con sé.

Questa sera ci sono una quarantina di persone, tra cui alcune donne. Alcuni accettano la doccia nel dormitorio, altri rifiutano il cibo offerto con un “no grazie”. C’è chi cena in silenzio e chiede una borsa per un amico assente, chi chiede discretamente un paio di pantaloni.

I volontari della Croce Rossa si preparano per la prossima tappa, pronti a portare conforto all’oasi Santa Chiara dai Frati. Questa è Busto Arsizio, una realtà che spesso viene ignorata, ma grazie alla Croce Rossa e ad altri volontari, non verrà mai dimenticata. Non fa differenza se sono italiani o stranieri, l’importante è tendere una mano per spezzare il vuoto e rendere il mondo un po’ migliore per una serata.

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