Un caso di truffa di proporzioni significative si sta svolgendo nei tribunali italiani, con una governante di 47 anni di origini rumene sotto processo per il reato di circonvenzione d’incapace. L’imputata è accusata di aver sottratto ingenti somme di denaro, superando i 2 milioni di euro, tramite una serie di transazioni illecite che includono contanti, assegni, bonifici e trasferimenti di proprietà immobiliari.

Il caso ha attirato l’attenzione dei giudici dopo che l’uomo, un facoltoso imprenditore di Tradate, ora deceduto, è stato posto sotto tutela a causa di una grave malattia. È stato durante questo periodo che uno dei suoi figli ha notato delle anomalie nei conti del padre, che ha portato a un’indagine più approfondita e alla scoperta delle frodi.

Questi dati hanno suscitato dubbi sui movimenti finanziari dell’imprenditore, portando i figli eredi a denunciare la questione dopo aver scoperto delle irregolarità nei conti. Questo ha attirato l’attenzione anche della Procura, che ora sta indagando per fare luce su eventuali illeciti legati alla gestione del patrimonio familiare.

Tra le transazioni sospette ci sono bonifici per decine di migliaia di euro indirizzati alla collaboratrice domestica, che erano al di là dei compensi pattuiti per i suoi servizi. Ci sono state anche significative somme di denaro donate a individui di origine rumena, di cui i familiari dell’imprenditore non avevano mai sentito parlare, per un totale di 180 mila euro. Inoltre, ci sono stati prelievi regolari che ammontavano a decine di migliaia di euro al mese, raggiungendo un totale di 650 mila euro nel corso di pochi anni, dal 2015 al 2020. È emerso anche che una polizza assicurativa da 500 mila euro era intestata all’imputata e depositata presso la Banca Popolare di Bergamo.

Il figlio dell’uomo, testimone nel processo, ha fornito una testimonianza commovente, descrivendo il dolore di scoprire le manipolazioni finanziarie che hanno colpito suo padre, una figura rispettata e amata dalla famiglia e dalla comunità. Anche l’ex moglie dell’imprenditore ha testimoniato, descrivendo la situazione e accusando l’imputata di aver approfittato della debolezza emotiva del marito per compiere le frodi.

Le indagini hanno rivelato che l’imprenditore, a causa della sua malattia, aveva un’assenza di autonomia valutativa, il che lo rendeva vulnerabile agli inganni e alle manipolazioni. Una volta che i figli si sono resi conto di quanto stava accadendo, hanno immediatamente segnalato l’accaduto alle autorità e presentato denuncia.

Il processo è ancora in corso, con udienze previste per ascoltare altri testimoni. L’imputata è difesa dall’avvocato Luca Carignola, mentre i figli dell’imprenditore, in qualità di parti civili, sono rappresentati dagli avvocati Paolo Bossi e Federico Emiliani. La prossima udienza è fissata per il 21 maggio, dove si spera di far luce su questa triste vicenda e garantire giustizia per le vittime.

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