L’inchiesta sulla presunta corruzione al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Monza ha portato a quattro richieste di patteggiamento e una di messa alla prova. Il primo imputato a voler patteggiare con la Procura di Monza è E. C. V., il pompiere addetto agli acquisti per l’ufficio automezzi. È accusato di aver abusato del suo ruolo per ottenere tangenti dai fornitori e di aver ricevuto regali come buoni benzina. Dopo l’udienza dello scorso venerdì, ha ottenuto i domiciliari.
Al centro delle indagini c’è un Vigile del Fuoco in servizio presso il Comando Provinciale di Monza e della Brianza. Secondo l’accusa, avrebbe abusato del proprio ruolo per lucrare indebitamente su commesse riguardanti l’acquisizione di beni e servizi per il Corpo di appartenenza. Il Vigile del Fuoco avrebbe percepito somme di denaro per favorire fornitori compiacenti, due dei quali sono stati colpiti dalla misura cautelare. La moglie del vigile è stata posta agli arresti domiciliari, accusata di riciclaggio dei proventi corruttivi percepiti dal coniuge.
Il vigile del fuoco ha ottenuto la misura anche grazie a un bonifico effettuato a titolo di risarcimento a un’associazione che si occupa di assistere i familiari dei pompieri. Lui e la moglie dovranno versare 50 mila euro entro la fine del processo.

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