Un giovane di 23 anni è stato condannato a 12 mesi e 120 ore di messa alla prova in un’associazione per adescamento di una ragazzina di 11 anni e detenzione di materiale pedopornografico. Se il programma di riabilitazione sarà rispettato, il reato sarà dichiarato estinto. La vittima, rappresentata dalla madre assistita dall’avvocato Marco Soldi, ha ottenuto un risarcimento di 5.000 euro. L’imputato, un commesso milanese, si è fatto passare per un 14enne su Instagram per adescare la giovane cremonese durante il lockdown da Covid.

I messaggi tra il giovane e la ragazzina si sono evoluti da complimenti a insulti e ricatti, con la richiesta di foto compromettenti. La situazione è diventata così insostenibile che la vittima ha chiesto aiuto alla madre, che ha presentato denuncia alla Questura. Durante le indagini, sono stati trovati 14 file di immagini pedopornografiche sul cellulare dell’imputato.

Oggi la ragazzina sta ricevendo supporto psicologico e il 23enne dovrà dimostrare di aver rispettato il percorso riabilitativo il 10 settembre. La giustizia è stata fatta, ma resta il dolore e la sofferenza causati da questo terribile episodio.

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