La storia di Alessia Pifferi ha tenuto banco nelle ultime settimane, con la notizia che avrebbe interrotto lo sciopero della fame in carcere a Milano. La donna, condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia Diana, ha chiesto di poter dedicare un’ora al giorno alla palestra, ottenendo il permesso dall’istituto di pena. Dopo questa decisione, ha ripreso a nutrirsi per potersi sostenere nell’attività fisica.

Tuttavia, la sua avvocata Alessia Pontenani non è convinta che si tratti effettivamente di uno sciopero della fame. Secondo lei, Alessia ha avuto un grave episodio depressivo che l’ha portata a perdere la voglia di nutrirsi. La recente visita psicologica non ha riscontrato in lei né uno stato “anti conservativo” né pentimento per quanto accaduto.

La vicenda di Alessia Pifferi continua a suscitare polemiche e riflessioni sulla situazione delle donne detenute e sulle condizioni delle carceri italiane. Resta da capire come si evolverà la sua situazione e se la decisione di riprendere a nutrirsi sarà durevole o temporanea.

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