Il processo di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano e l’interruzione non volontaria di gravidanza ha portato alla luce una serie di rivelazioni scioccanti. Durante la testimonianza in aula, il trentenne ha ammesso di aver ucciso la sua fidanzata incinta per paura che la relazione parallela con un’altra giovane potesse rovinare la sua immagine.

Impagnatiello ha raccontato di come il trauma per il lavoro e la paura di perdere Giulia lo abbiano portato a compiere l’atroce gesto. Ha descritto la drammatica notte del 27 maggio scorso, in cui ha colpito la ragazza con un coltello mentre era in cucina. Ha ammesso di aver nascosto il corpo di Giulia e di aver continuato a mentire per mantenere la sua doppia vita.

Il killer ha parlato di un “castello di bugie” in cui era annegato e di come si senta ora pronto a parlare di verità. Tuttavia, nessuna verità potrà riportare in vita Giulia e il piccolo Thiago.

La testimonianza di Impagnatiello ha sconvolto l’aula di tribunale a Milano e ha evidenziato la complessità di un caso che ha destato scalpore in tutta Italia. La giustizia dovrà fare il suo corso, ma nulla potrà cancellare il dolore causato da un gesto così terribile e insensato.

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