Il Tribunale del Lavoro di Pavia ha emesso una sentenza che ha suscitato grande scalpore: un infermiere coordinatore dell’ospedale di Voghera, sospeso dal lavoro e privato della retribuzione per due mesi dall’Asst Pavia, è stato assolto dalle accuse. La sanzione disciplinare, inflitta per aver vaccinato la moglie in pensione durante un open day riservato ai dipendenti attivi, è stata giudicata illegittima.
Il giudice ha ritenuto che i fatti contestati all’infermiere fossero insussistenti o irrilevanti, condannando l’Asst Pavia a pagare le spese legali e a erogare la retribuzione non corrisposta al dipendente. La vicenda risale al gennaio 2021, quando l’infermiere aveva accompagnato la moglie al vaccino in un’occasione dedicata solo al personale attivo, escludendo i pensionati.
Oltre a questo, l’azienda aveva accusato l’infermiere di aver svolto attività di supporto al punto vaccinale senza autorizzazione, ma il giudice ha ritenuto che il suo comportamento fosse stato oggettivamente utile in una situazione di emergenza. Il segretario generale della Cisl Fp ha sottolineato come le accuse abbiano danneggiato gravemente l’immagine e la carriera del lavoratore, portando a ripercussioni negative sul suo lavoro e sulla sua vita privata.
La sentenza ha evidenziato le mancanze dell’amministrazione nell’aver sanzionato l’infermiere senza un’indagine approfondita, causando la perdita di denaro, posizione organizzativa e opportunità lavorative. L’infermiere, infatti, aveva perso la sua posizione di capo infermiere e non aveva potuto partecipare a un concorso per coordinatori infermieristici a causa della sanzione disciplinare ingiusta.
Questa vicenda mette in luce l’importanza di un processo equo e di un’analisi accurata dei fatti prima di infliggere sanzioni disciplinari, per evitare danni irreparabili alla reputazione e alla carriera dei dipendenti.