Il 17 maggio 1973 è una data che rimarrà per sempre impressa nella memoria di Milano. Quel giorno, alla questura di via Fatebenefratelli, si è svolta una cerimonia solenne in memoria del commissario Luigi Calabresi, assassinato un anno prima. Erano presenti le massime autorità dello Stato, tra cui il prefetto, il cardinale, il sindaco e il questore, insieme ai vertici delle forze dell’ordine. È stato inaugurato un busto del commissario, realizzato dallo scultore Gualberto Rocchi, che è stato scoperto durante la cerimonia.

Tuttavia, la tragedia ha nuovamente colpito la città quando, al termine della cerimonia, è stata lanciata una bomba a mano in strada, causando la morte di quattro persone e il ferimento di cinquantadue. L’attentatore, Gianfranco Bertoli, è stato immediatamente arrestato e si è dichiarato anarchico, anche se aveva legami con il terrorismo nero e i servizi segreti.

Questa terribile vicenda e le sue conseguenze sono raccontate nel libro “Il bombarolo” di Paolo Morando e Massimo Pisa, pubblicato da Feltrinelli. Il saggio offre una mappa dettagliata di un’epoca segnata dalla violenza degli anni di piombo, partendo dalla musica e dalla controcultura fino ad arrivare a un attentato che ha sconvolto la vita di tanti milanesi.

Personalmente, posso dire di essere il figlio del cameraman della Rai che ha filmato i momenti di terrore e panico dopo l’esplosione. Quel giorno, ero all’interno della questura mentre mio padre si trovava all’esterno, fortunatamente al sicuro poiché stava ricaricando la cinepresa. Un dubbio che gli ha salvato la vita.

Questa storia drammatica e piena di tensione ci ricorda quanto sia importante preservare la memoria di quei tragici eventi e imparare dagli errori del passato per costruire un futuro migliore.

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