Marco Manfrinati e Lavinia Limido, una coppia che sembrava destinata a una fine tragica. La storia di violenza e denunce incrociate tra i due ex coniugi ha avuto un secondo step in tribunale a Busto Arsizio. Il massacro di via Menotti, dove Marco Mafrinati ha tentato di uccidere la ex moglie a coltellate, ha portato alla luce una serie di denunce precedenti tra i due.

L’ex avvocato è stato accusato non solo di tentato omicidio, ma anche di stalking nei confronti di Lavinia e della sua famiglia. Le denunce reciproche presentate alla procura di Busto Arsizio sono state discusse davanti al Gip di Busto Piera Bossi e al Gip del tribunale di Busto Tiziana Landoni.

Lavinia ha denunciato Marco per maltrattamenti, mentre quest’ultimo ha accusato la ex moglie di sottrazione di minore. Il figlio di soli 4 anni è diventato il punto di contesa tra i due ex coniugi, con un complicato intreccio di decisioni legali che hanno portato a un divieto di avvicinamento per Marco non solo verso Lavinia, ma anche verso il bambino.

La situazione si è fatta sempre più tesa, fino a culminare nel tragico episodio di via Menotti, dove Fabio Limido, padre di Lavinia, è intervenuto per difendere la figlia e è stato ucciso da Marco con 20 coltellate.

La situazione è diventata sempre più drammatica, con le denunce che assumono un carattere ancora più concreto alla luce di quanto accaduto. Il giudice si è riservato la decisione finale su queste vicende, che hanno scosso la tranquilla città di Varese. La violenza domestica e i conflitti familiari hanno portato a conseguenze tragiche, mettendo in luce la necessità di intervenire tempestivamente per prevenire simili tragedie.

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