La decisione del Giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Roma di non procedere nei confronti dei due funzionari del Programma Alimentare Mondiale (PAM) accusati di omicidio colposo per la morte dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci ha scatenato una serie di polemiche sulla giustizia internazionale. L’attacco che ha causato la morte di tre persone nel Congo ha sollevato domande senza risposta.
Il verdetto emesso dal Consiglio superiore della magistratura si basa sull’immunità dei funzionari delle Nazioni Unite e delle Istituzioni Specializzate, come previsto dalle Convenzioni internazionali del 1946 e del 1947. Nonostante le pressioni contrarie, il Giudice ha deciso di non procedere con il processo, confermando che l’immunità si applica in quanto funzionari dell’Organizzazione Internazionale.
Le reazioni dell’Associazione Vittime del Dovere di Monza non si sono fatte attendere, con l’avvocato Sergio Bellotti che ha sottolineato l’importanza di perseguire la verità e accertare le responsabilità. La presidente dell’associazione, Emanuela Piantadosi, ha dichiarato che la morte di Attanasio e Iacovacci è stata una tragedia che ha colpito profondamente la comunità internazionale e che non si può permettere che l’immunità diplomatica impedisca di fare luce sulla vicenda.
La Procura generale di Roma potrebbe impugnare la sentenza, aprendo così la strada a ulteriori sviluppi nella vicenda. Resta ora da vedere come si evolveranno le vicende legate a questo triste episodio.