La recente condanna per spaccio di un trapper milanese ha sollevato una discussione interessante sulla moralità delle azioni compiute per necessità. Il giovane, sorpreso nell’illegale commercio, ha difeso le sue azioni sostenendo che il costo della vita a Milano lo costringeva a cercare altre fonti di reddito oltre alla musica trap.

Secondo il trapper, non c’è nulla di sbagliato nel cercare di sopravvivere in una città costosa come Milano, dove molti giovani si trovano costretti a arrangiarsi per pagare l’affitto e le bollette. La gentrificazione delle periferie e la pressione economica possono portare le persone a compiere azioni illegali pur di realizzare i propri sogni.

Tuttavia, la condanna del trapper dimostra che non sempre è possibile ottenere ciò che si desidera a discapito degli altri. Non basta avere talento o perseguire una carriera ideale per giustificare azioni illegali. Bisogna anche essere disposti a lavorare duro e a rispettare le leggi della società in cui si vive.

Il caso del trapper milanese ci ricorda che realizzare i propri sogni non è un obbligo, ma una scelta. È importante trovare un equilibrio tra le proprie aspirazioni e le responsabilità verso gli altri e la comunità in cui si vive. In fondo, si può anche lavorare onestamente per raggiungere i propri obiettivi, senza dover ricorrere a vie illegali.

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