Una maratona oratoria si è svolta questa mattina in piazza San Giovanni, con interventi appassionati da parte di relatori qualificati, principalmente avvocati. Ma di fronte al microfono si sono alternati anche molti altri personaggi. Il giudice Adet Toni Novik, Cristina Torretta del Centro Antiviolenza Eva Odv, Nino Caianiello, Stefano Binda, Pietro Roncari e don David Maria Riboldi, tutti uniti dal messaggio delle Camere Penali per fermare i suicidi in carcere: “Non c’è più tempo”.
Le cifre presentate sono spietate: nel solo 2024, 45 persone si sono tolte la vita dietro le sbarre. Il sovraffollamento carcerario è evidente, con oltre 61mila detenuti in strutture che dovrebbero ospitarne solo 47mila. Il presidente della Camera Penale di Busto Arsizio, Samuele Genoni, ha sottolineato l’importanza di tenere la maratona nel cuore della città, nonostante la scarsa partecipazione del pubblico.
I relatori hanno affrontato temi cruciali come le condizioni di permanenza e di lavoro, la carenza di personale e di attività di trattamento, e la gestione delle problematiche sanitarie. Pietro Roncari ha evidenziato le difficoltà economiche dei detenuti nel poter comunicare con la famiglia e l’avvocato, mentre Adet Toni Novik ha parlato dell’importanza degli spazi dignitosi per i detenuti.
Nino Caianiello ha raccontato le sue esperienze di detenzione, sottolineando il dolore della lontananza dagli affetti e gli squilibri creati dal sovraffollamento. Don David Maria Riboldi ha citato Papa Francesco e la richiesta di amnistia per le persone detenute, sottolineando l’importanza dei contatti affettivi per la riabilitazione dei detenuti.
Infine, il presidente Genoni ha posto un interrogativo fondamentale: che tipo di persona vogliamo che venga rimessa nella società una volta espiata la pena? La maratona oratoria ha evidenziato la necessità di affrontare urgentemente il problema del sovraffollamento carcerario e delle condizioni di vita dei detenuti, per garantire una reale possibilità di reinserimento sociale.