Carla Sironi, residente da sempre a Baruccana di Seveso, ha vissuto da vicino il disastro dell’Icmesa e conserva ancora nitidamente i ricordi di quei giorni drammatici. Come molte altre persone, le venne consigliato di non bere l’acqua e di evitare le verdure dell’orto a causa dell’inquinamento. La sua memoria è segnata dal cambiamento improvviso nel comportamento degli animali domestici, come le galline con le croste intorno agli occhi. La paura e i divieti imposti dal prete durante quei giorni sono ancora vividi nella sua mente.

Oggi, la prospettiva di bonificare i terreni contaminati riporta alla luce quei momenti di terrore e incertezza. La signora Sironi, insieme ad altri residenti, partecipa attivamente alle discussioni e alle iniziative per garantire una bonifica adeguata e trasparente. La nostalgia per il senso di comunità e partecipazione che caratterizzava gli anni ’70 emerge nei suoi racconti, confrontandoli con l’attuale distacco e individualismo.

La presenza di giovani attivisti ambientali, come Davide Biggi del Coordinamento NoPed, testimonia la preoccupazione generale per la salute e la sicurezza delle persone. Il confronto tra il passato segnato dal disastro dell’Icmesa e l’attuale emergenza Covid evidenzia le differenze nel modo di affrontare le crisi e nel coinvolgimento della comunità.

Mentre si attende il via alla bonifica dei terreni, la preoccupazione e la diffidenza verso le decisioni prese in segreto rimangono vive tra i residenti. Carla Sironi, nonostante i timori e le incertezze, ha continuato a sottoporsi a controlli medici regolari, con esiti incoraggianti. Il ricordo di quei giorni difficili è ancora vivo in lei, ma la sua determinazione e la sua partecipazione attiva dimostrano la resilienza e la volontà di guardare al futuro con speranza.

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