Il 26 gennaio scorso, a Martinengo, si è verificata una tragedia che ha sconvolto la comunità locale: Caryl Menghetti ha ucciso il marito Diego Rota nella loro villetta. Tuttavia, secondo le consulenze e la perizia depositate dagli esperti del Tribunale, la donna era totalmente incapace di intendere e di volere al momento del terribile gesto, a causa dei suoi problemi psichiatrici preesistenti.
Dopo essere stata immediatamente arrestata, ora si sta valutando se emettere un verdetto di assoluzione o di non luogo a procedere per Menghetti, data la sua incapacità mentale al momento dell’omicidio. La decisione spetta al gip Riccardo Moreschi e alla pm Laura Cocucci, che dovranno prendere in considerazione anche la pericolosità sociale della donna.
Se ritenuta pericolosa, potrebbe essere emessa una misura di sicurezza e Menghetti potrebbe essere trasferita in una Rems, una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. In ogni caso, la sua situazione sarà rivalutata nel tempo per garantire la sicurezza della comunità.
Questa vicenda tragica mette in luce l’importanza di valutare attentamente le condizioni mentali di chi commette un reato, per garantire una giustizia equa e adeguata a tutte le parti coinvolte.